La Ferrari ha costruito un tributo moderno alla F40, ma ha dimenticato la cosa più importante | Carscoops
La SC40, basata sulla 296 GTB, è l’ultimo pezzo unico di Maranello ispirato alla leggendaria F40, sebbene non adotti la configurazione meccanica dell’originale
11 ore fa
di Thanos Pappas
Un pezzo unico, la SC40, incarna lo spirito della F40 attraverso il Programma Progetti Speciali di Ferrari.
Basata sulla 296 GTB, presenta uno stile completamente su misura e una costruzione in carbonio-kevlar.
Non adotta il V8 e il cambio manuale dell’F40, mantenendo invece la configurazione ibrida plug-in con V6.
Possedere una Ferrari conferisce un certo livello di prestigio, ma commissionare a Maranello la realizzazione di un pezzo unico ti pone in una categoria completamente diversa.
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Un cliente particolarmente “esclusivo”, come lo descrive la casa, ha esercitato la propria influenza per dare vita a un sogno: una supercar contemporanea ispirata a una delle Prancing Horse più riverite di sempre, la leggendaria F40.
Il risultato è la SC40, un pezzo unico realizzato tramite il Programma Progetti Speciali di Ferrari. Basata sulla 296 GTB Berlinetta (la coupé in produzione regolare), riceve un’estetica esterna completamente su misura e dettagli interni personalizzati. Il Ferrari Styling Centre, guidato da Flavio Manzoni, ha supervisionato il design.
Come richiama la F40
A prima vista, la SC40 condivide un linguaggio stilistico simile a creazioni recenti come la nuova 849 Testarossa e la F80, fondendo linee geometriche nette con curvature sottili.
La parte anteriore è definita da fari d’impronta rétro collegati alle prese d’aria del paraurti che avvolgono il muso appuntito. Sono spariti i vecchi fari a scomparsa, sostituiti da sottili luci diurne che soddisfano gli standard di sicurezza odierni senza compromettere l’intento rétro dell’auto.
Lungo i fianchi, la SC40 reinterpreta i condotti d’aria NACA della F40 con finiture in fibra di carbonio e una decisa linea orizzontale alla base della cofanatura posteriore. Il celebre alettone posteriore fisso della F40 fa il suo ritorno, seppur in versione leggermente più compatta. Le alette in Lexan sul copri-motore, incastonate tra i parafanghi posteriori forati, sono un altro omaggio al predecessore.
Nella parte posteriore, i fanali provengono dalla 296 GTB, anche se si potrebbe sostenere che quattro lampade rotonde si sarebbero adattate meglio alle sue proporzioni nostalgiche. Il proprietario ha scelto una finitura Bianco SC40 su misura invece del tradizionale rosso, abbinata a cerchi a cinque razze bicolore e stemmi Ferrari giallo brillante per creare contrasto.
L’abitacolo appare familiare fino a quando non si notano le finiture speciali. I vani poggiapiedi, la consolle centrale, gli inserti del cruscotto, i paddle, il volante e la parte posteriore dell’abitacolo sono realizzati in carbonio-kevlar, una prima assoluta per una Ferrari moderna. I sedili a guscio con marchio SC40 sono rivestiti in tessuto tecnico jacquard rosso, abbinato all’Alcantara colore carbone in tutto l’abitacolo.
La notevole omissione
Sfortunatamente, il Cavallino non monta un V8 né un cambio manuale a selettore come la F40. Invece, riprende la configurazione ibrida plug-in della 296 GTB, abbinando un V6 biturbo 2,9 litri a un singolo motore elettrico per una potenza combinata di 819 hp (611 kW / 830 PS).
Ferrari ha però compensato con un uso generoso di carbonio-kevlar sotto la cofanatura posteriore, ponendo più attenzione sull’artigianalità che sulla motorizzazione stessa.
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La F40 è stata lanciata nel 1987 ed è stata l’ultima vettura approvata personalmente da Enzo Ferrari. Questa auto da poster fu il successore della 288 GTO e anticipò le ammiraglie F50, Enzo, La Ferrari e F80.
Negli ultimi anni si sono diffuse voci su una possibile rinascita, anche se probabilmente sono state innescate proprio dal pezzo unico SC40 qui mostrato in fase di sviluppo.
Ferrari non ha rivelato quanto sia costato questo pezzo unico, ma è lecito supporre che la cifra si collochi comodamente nella stratosfera. La vettura stessa probabilmente è già entrata a far parte della collezione del proprietario, senza dubbio custodita in un garage a controllo climatico, mentre il calco a grandezza naturale usato per modellare la carrozzeria è ora esposto al Museo Ferrari di Maranello.
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Lo SC40, basato sulla 296 GTB, è l'ultimo pezzo unico di Maranello, ispirato alla leggendaria F40, sebbene rinunci alla motorizzazione dell'originale.
