
Subaru Motorsports ci stuzzica bruscamente con un prototipo di WRX da rally omologato per la strada
Subaru Motorsports USA tramite Facebook
Al giorno d’oggi non mancano artisti talentuosi che immaginano auto che non esistono, ma che dovrebbero, e le condividono online. Senza parlare di chi inserisce nomi falsi di veicoli nei generatori di immagini IA con risultati prevedibilmente orribili. Ma questi rendering di una Subaru WRX da rally in “abiti civili” colpiscono diversamente, perché provengono direttamente dalla stessa Subaru Motorsports.
All’inizio della settimana, il team rally statunitense di Subaru, gestito dai bravi ragazzi di Vermont SportsCar, ha condiviso immagini della sua WRX ARA25 da rally in bianco e blu senza livrea e con cerchi dorati, accompagnate dalla didascalia: “E se la Subaru WRX ARA25 fosse venduta come auto stradale?” I commenti sono stati prevedibili: da chi si è offerto di donare un rene per la causa, a chi implorava, come previsto, per una nuova STI. Ma questo esercizio di fantasia è molto più estremo di qualsiasi Impreza o WRX mai venduta dall’azienda, ivi compresa la leggendaria 22B.
L’era delle speciali di omologazione—auto da corsa che dovevano essere vendute anche come vetture stradali per essere ammesse in gara—è finita da tempo. Tre o quattro decenni fa forse avremmo davvero visto immagini come queste. La 22B STI, anche se condivideva molte somiglianze visive con la WRC Subaru degli anni ‘90, era in realtà una Type R con parafanghi allargati e numerose modifiche meccaniche. Subaru la costruì per scelta, per celebrare il suo successo nei rally, non perché costretta dai regolamenti.
Blu classico WR Pearl o semplice bianco? Subaru Motorsports USA tramite Facebook
Allo stesso modo, qualunque possibilità di vedere una ARA25 stradale “da sogno” potrebbe concretizzarsi solo se Subaru decidesse di costruirla. Come tutti, lo speriamo. Il design della nuova WRX (VB) mi si è un po’ scaldato da quando è stato presentato, ma continuo a non amarlo. C’è semplicemente troppa plastica, e il posteriore è molto stretto e poco armonioso. Ma allargate quei parafanghi, snellite la carrozzeria dietro le ruote anteriori, montate un’ala gigantesca e sostituite tutta quella plastica nera con vera fibra di carbonio e, improvvisamente, avete smontato sistematicamente ogni possibile critica che pensavo di avere sulla sport sedan di ultima generazione. Le auto da corsa riescono sempre a farlo.
Per quanto eviti di lasciarmi trasportare da fantasie come questa, è una cosa diversa quando è la stessa casa madre (o il team corse) a invitarci a farlo. La STI può essere in pausa, ma è chiaro che c’è ancora richiesta per una vera WRX ammazza-giganti da battagliare con Civic Type R, GR Corolla e Golf R. A livello commerciale, oggi Subaru sta facendo faville grazie ai suoi SUV, e l’ottimista che c’è in me spera che questo aumenti le probabilità che il costruttore decida di nuovo di investire tanti soldi in un’auto sportiva di punta. Questa è la visione positiva. Quella negativa si chiede perché il team rally Subaru ci abbia provocato così crudelmente.
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Ovviamente non è reale, ma anche solo invitarci a sognare una super WRX omologata per la strada fa male in assenza della STI.