I lavoratori della Hyundai arrestati si preparano a fare causa all'ICE | Carscoops
Circa 200 dei 475 lavoratori arrestati nella fabbrica Hyundai in Georgia sono pronti a portare ICE in tribunale
8 ore fa
di Brad Anderson
Circa 200 lavoratori coreani detenuti si stanno ora preparando a citare in giudizio ICE.
Molti etichettati come “stranieri illegali” in realtà possedevano validi visti di lavoro statunitensi.
I lavoratori dicono che le guardie li hanno derisi e hanno pronunciato provocazioni razziste durante la detenzione.
L'U.S. Immigration and Customs Enforcement (ICE) dovrà presto affrontare una causa intentata da centinaia di ingegneri coreani arrestati a settembre durante un raid nella fabbrica Hyundai in Georgia.
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L'episodio continua ad attirare attenzione, in parte perché le circostanze che circondano le detenzioni sono rimaste difficili da chiarire, e in parte perché molti di coloro che sono stati arrestati insistono sul fatto di essere nel paese legalmente.
Il 4 settembre funzionari dell'ICE hanno fatto irruzione nell'impianto e arrestato 475 persone descritte come “stranieri illegali”. Ben presto è emerso che 317 di loro erano lavoratori coreani che la Hyundai aveva portato negli Stati Uniti per aiutare ad allestire il nuovo stabilimento.
Condizioni sotto accusa
Sebbene alcuni di questi dipendenti siano risultati lavorare illegalmente con visti a breve termine e visti per attività ricreative, si ritiene che molti di loro avessero visti di lavoro validi e fossero legalmente impiegati nello stabilimento.
Circa 200 dei lavoratori detenuti si stanno ora preparando a presentare una causa contro l'ICE, sostenendo di essere stati vittime di discriminazione razziale e di aver subito un uso eccessivo della forza e violazioni dei diritti umani.
The Korea Times riferisce che i detenuti sono stati tenuti in stanze con 60-80 persone e costretti a dormire su materassi ammuffiti e a bere acqua che aveva un odore “puzzolente”. Si sostiene inoltre che molti siano stati derisi dalle guardie e sottoposti a provocazioni razziste.
Un lavoratore parla
“Gli agenti ci hanno confiscato i telefoni e ci hanno incatenato ai polsi, alle caviglie e al petto,” ha detto uno dei lavoratori ad ABC News.
“Essere confinati in uno spazio controllato da personale armato, incapaci di vedere cosa stesse accadendo davanti o dietro, senza spiegazioni; è stato terrificante. Mi sono sentito completamente impotente. Siamo stati trattati come pericolosi fuggitivi, non come ingegneri.”
I lavoratori cercano un risarcimento per i danni. Sia la Hyundai sia LG Energy Solution, datori di lavoro dei lavoratori, dichiarano che la causa viene “perseguita su base individuale” e che le società stesse non sono coinvolte.
I lavoratori detenuti sono stati rilasciati dopo una settimana di detenzione e rapidamente rimpatriati in Corea del Sud. Il Ministero degli Affari Esteri della nazione ha dichiarato di stare esaminando il caso per determinare se il trattamento riservato ai suoi cittadini abbia oltrepassato il confine e costituisca violazioni dei diritti umani.
Fonte: The Korea Times
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